Paolo Vignali, come stai vivendo questo periodo di stop forzato?
“Bene, per fortuna in famiglia nessuno è stato colpito dal virus ed io ho l’opportunità di godermi le giornate in compagnia della mia fidanzata con la quale convivo. Vedere certe immagini in televisione colpisce molto, ti restano impresse e le nostre provincie sono quelle più colpite. Io sono originario di Lodi e i miei genitori vivono ancora lì, momenti di paura ci sono stati soprattutto quando mia sorella è risultata positiva al Coronavirus. Per fortuna oggi sta bene”.
Le giornate passano anche grazie al vostro impegno nei confronti del vivaio del Ciliverghe.
“Personalmente sono stato scelto per leggere le fiabe ai più piccoli e mi è piaciuto molto, tutti noi della prima squadra ci siamo sentiti in dovere di aiutare per quanto possibile nel nostro piccolo, anche solo distraendo per qualche minuto chi vive con noi a Casa Cili. E’ una simbiosi la nostra, ed è a doppio senso: diamo e riceviamo tantissimo. E’ ciò che rende speciale questa società, ma soprattutto che ti regala una resilienza fortissima in ogni situazione: non sei mai solo”.
Quanta voglia c’è di tornare in campo?
“Tantissima, ovviamente il primo pensiero è che tutto questo finisca per il bene di tutti, ma appena ci daranno l’ok federazioni e dottori vogliamo tornare in campo. Vogliamo concludere la stagione e conquistare la salvezza”.
Sforzini del Palermo ha espresso il pensiero di molti di voi: è un lavoro e giocare anche ad inizio estate non sarebbe un problema. Concordi?
“Assolutamente, in serie D fare il calciatore è un lavoro nella stragrande maggioranza delle squadre e se si dovesse giocare anche a giugno ed un pezzo di luglio non sarebbe un problema. Non saremo professionisti a livello contrattuale, ma lo siamo come atleti, se lo fa la serie A lo possiamo fare anche noi. Ricordiamoci che se dovessero congelare la classifiche facendo concludere qui la stagione, ipotesi che sembra ormai remota almeno per i professionisti, con retrocessioni e promozioni, noi saremmo retrocessi”.