Matteo Bignotti, allenatore dei Piccoli Amici 2012, la stagione ormai si è conclusa, è tempo di bilanci.
“Purtroppo questo periodo di interruzione forzata ha nascosto i miglioramenti che si sarebbero potuti vedere a fine stagione. Fino a febbraio tuttavia ho avuto risposte importanti dai bambini: un inizio di crescita calcistica, a mio malgrado interrotta poco prima del periodo più bello della stagione, una sempre maggiore volontà di allenarsi e migliorarsi, e anche se per noi allenatori dell’attività giovanile il risultato conti relativamente, un’incredibile voglia di vincere ogni singola partita, che fosse allenamento o campionato, e la classifica lo dimostra. Quindi un bilancio positivo, ma che poteva riservare enormi soddisfazioni a noi allenatori, alla società, ma soprattutto ai piccoli giocatori”.
L’aspetto che più l’ha soddisfatta e quello invece che l’ha fatto meno in questi mesi di lavoro con i bambini.
“L’aspetto che più mi ha soddisfatto durante il lavoro coi bambini è stato aver carta bianca, cioè libertà di allenare come credevo più corretto, inventare, provare cose nuove senza avere vincoli societari. Difficile trovare un aspetto negativo in una società che fa della preparazione e immagine un simbolo per cui vantarsi, ma visto che nulla è perfetto, la cosa che meno mi ha convinto è stata la lontananza del magazzino principale dal campo di allenamento, una cosa da niente, magari fossero questi gli aspetti negativi in una società di calcio”.
Come si è tenuto in contatto con i bimbi in questi mesi?
“In questi mesi di assenza sono rimasto in contatto con il mio dirigente Alessandro Baiguini, persona fantastica, con il quale ho stretto un fantastico legame di amicizia, attraverso lui vedevo suo figlio, nonché mio giocatore, allenarsi in casa e combinare guai e sempre grazie al suo contatto, ho inviato saluti ai genitori e ai bambini nel gruppo WhatsApp della squadra”.
Come giudica la sua esperienza al Ciliverghe, in questo primo anno?
“La mia esperienza questo anno non è stata molto positiva, non per colpa dell’ambiente Ciliverghe, ma perché non sono riuscito a fare quello che so di poter dare. Durante la prima parte di stagione sono stato assente a causa del corso che mi ha abilitato nel ruolo di allenatore, e quando finalmente avrei potuto mostrare i frutti del mio studio, il Coronavirus ha deciso di far chiudere in anticipo. Questo periodo lo vedo come una partita di andata giocata male e persa, per fortuna c’è il secondo match che ci attende, quello di ritorno alla normalità, spero di affrontarlo nel migliore dei modi”.