Samuele Careccia, è stata posta la parola fine sul campionato di serie D.
“Un peccato, volevamo conquistare la salvezza sul campo e la squadra stava attraversando un buon periodo di forma quando siamo stati fermati dal virus. Come calciatori e società avevamo più volte espresso il desiderio di tornare in campo, ma accettiamo a decisione e ne prendiamo atto”.
E’ di ieri la doccia fredda della retrocessione in Eccellenza, che andrà ratificata dal Consiglio Federale.
“Purtroppo al momento dello stop eravamo ancora immischiati nelle zone basse della classifica, seppur in ripresa arrivando da quattro risultati utili consecutivi. In noi c’è la forte consapevolezza che ci saremmo salvati perché eravamo in quella posizione solo per una serie di circostanze sfortunate, i risultati stavano dandoci ragione. Quella della Lnd è una decisione forte, quattro retrocessioni d’ufficio sono tante, magari ne bastavano due e la cosa ci ha letteralmente lasciato senza parole anche perché avevamo ricevuto rassicurazioni non sarebbe accaduto. Adesso vediamo se la sentenza sarà confermata, nutriamo ancora una speranza non lo sia, poi sappiamo la società farà ricorso, ma soprattutto penso che non ci possa essere negato il ripescaggio”.
Prima di questa notizia molti tuoi compagni chiedevano che le date per la prossima stagione fossero rese note al più presto.
“Credo sia necessario ed importante, oltre che corretto. La serie D non è professionista come categoria solo per un discorso di tutele, ma impegno richiesto e tempo dedicato sono uguali a quello dei professionisti. Dover attendere ancora mesi per conoscere il nostro destino, poter parlare con le società e prendere accordi è improponibile. Molti di noi han famiglia da mantenere. Detto ciò da ieri questo è passato in secondo piano, per il legame che c’è con Ciliverghe ci sentiamo tutti coinvolti nel destino societario e la retrocessione la viviamo come una macchia personale. Non posso dire vogliamo giustizia perché è demerito nostro se siamo finiti in questa situazione, ma sicuramente speriamo in un finale diverso”.
Sei tornato a fine dicembre al Ciliverghe ed avevi subito avuto un gran impatto sul campo.
“Tornare era un mio desiderio, mi sono sempre trovato bene e con Carobbio sono cresciuto molto in passato. Sul campo la squadra alla ripresa aveva fatto subito bene, l’incertezza dell’avere o meno i tre punti conquistati giustamente sul campo contro il Crema ci ha penalizzato inconsciamente a livello di testa ed il filotto di risultati è mancato. Non è un caso che poi tornati quei punti si è ritrovata serenità e fatto un filotto importante con il nuovo tecnico. Mi piacerebbe restare e crescere ancora con questa società che nulla ha a che spartire con la lotta alla salvezza”.
Per te che sei bergamasco questo graduale ritorno alla normalità come è vissuto?
“Ovvio che sia felice di poter di nuovo uscire di casa, ma si fa tutto con i piedi di piombo perché non dobbiamo pensare che tutto sia come prima e che il virus non ci sia più. Non possiamo assolutamente permettere che vengano fatti dei passi indietro sprecando i sacrifici di due mesi e mezzo”.