La lettera di Filippo Carobbio al Ciliverghe

Condividiamo la lettera di Filippo Carobbio postata sul profilo instagram poche ore dopo la comunicazione del sollevamento dal suo incarico. Parole da aggiungere non ve ne sono, se non grazie Pippo.

Chi conosce davvero la realtà del Ciliverghe, per chi sa davvero cosa è Ciliverghe, quali sono i suoi valori che ne han fatto un tratto distintivo nel corso di tutti questi anni, sa che nessuna lettera e nessuna parola potranno mai racchiudere il sentimento ed il legame che provo e che si è creato nei confronti di questa maglia e nei confronti di questo piccolo paese diventato veramente “casa”.
Sono quei valori che sei anni fa hanno posto le condizioni per stringerci la mano, per portare loro a chiamare me e portare me a fidarmi di loro, a tornare a fidarmi di qualcuno nel mondo del calcio. Ne sono nate stagioni fantastiche, abbiamo conquistato la serie C, ho potuto dare l’addio al calcio giocato in una partita professionistica a Lecce in Coppa Italia anche se in cuor mio avrei voluto continuare, ma ancor una volta mi sono fidato di Ciliverghe che mi ha chiesto di smettere ed iniziare un percorso da allenatore nel proprio vivaio. Da lì la prima squadra e due salvezze sudate, volute, conquistate con le unghie e con i denti, l’ultima delle quali esaltante per il cammino nel girone di ritorno nonostante i tanti, mille, problemi che circondavano la squadra.
Ancora una volta quei valori hanno fatto la differenza, si è combattuto uniti, dal più piccolo dei bimbi della Scuola Calcio al presidente.
E quei valori ci han permesso di vincere, di esprimerci, di crescere insieme.
Come da calciatore sono costretto a lasciare, quando avrei voluto continuare, il calcio però è questo; non ci sono rancori, c’è amore, c’è rispetto e c’è gratitudine.
Perché ho dato tanto, tutto, da calciatore prima e da allenatore poi, ma ho anche ricevuto tanto.
E fa male non poter lottare per l’obiettivo, so che lo avremmo raggiunto perché certe cose te le senti dentro anche quando tutto sembra andare male, anche quando, nonostante ancora una volta i molteplici problemi, sei in piena lotta per la salvezza come richiesto dalla società e ti vengono tolti tre punti sacrosanti che ti fan sprofondare all’ultimo posto.
Ci saremmo rialzati, lo avevamo dimostrato a Fiorenzuola.
Mando un grande abbraccio ad ognuno dei miei calciatori, non devo dire nulla a loro perché sanno già tutto, sanno quanto sia orgoglioso di loro. Lottate e salvatevi, ce la farete.
Dico grazie a tutti i bimbi e ragazzi di Casa Cili, per i loro sorrisi, i loro abbracci e le loro dimostrazioni di affetto, agli allenatori del vivaio con cui è sempre stato un piacere fermarsi a parlare di calcio, al mio staff, tecnico Citi, Cuni, Maestrello e medico, Foppoli, Moscatelli, Berti, e dott. Barba,con cui si è lavorato giorno e notte per il bene di questa squadra, ai direttori Angelo Chiarini ed Eugenio Bianchini che per primi han creduto in me come allenatore, al direttore Danilo Facchinetti che nel bene e nel male mi è sempre stato al fianco, al Team Manager Cristiano Tonoli e, per ultimo solo perché ha la carica più importante, al presidente Nicola Bianchini. Il rapporto rimane ogni oltre decisione, è importante per tutti ricordarsi che i valori del Ciliverghe nascono da lui.
Porto via con me un’infinità di ricordi belli e di rapporti di amicizia vera, ma in fondo, chi davvero conosce la realtà del Ciliverghe, per chi sa davvero cosa è Ciliverghe e quali sono i suoi valori, sa che da Casa Cili non te ne vai mai via del tutto. Una piccola parte di te rimarrà per sempre lì.
Forza Cili, tiferò per te.

Filippo Carobbio